Esiste una grande variabilità individuale nella percezione dei sintomi dell’asma.
Esistono pazienti che con una minima riduzione del flusso aereo avvertono una grave sensazione di difficoltà di respiro e pazienti, viceversa, che devono arrivare ad una marcata riduzione dei flussi espiratori per capire che la loro asma si sta aggravando. Questa ultima tipologia di pazienti è soggetta ad un grave rischio clinico. Mi è capitato di osservare, anche in giovani pazienti, riduzione dei volumi e dei flussi espiratori del 50% rispetto ai valori normali mentre sostenevano che la loro asma in quel momento, era sotto controllo. Si tratta di pazienti con elevato rischio di morte per asma. Altre volte ci si imbatte in pazienti che fanno un uso elevato di broncodilatatori sebbene i “valori” del loro respiro siano pressoché normali.
L’esecuzione della spirometria diventa dirimente nel quantificare la gravità dell’asma, nel rendere consapevole il paziente e il monitoraggio dei valori della spirometria nel tempo permette di aggiustare la terapia nel miglior modo possibile.