Autopercezione delle allergie alimentari
Sappiamo come l’allergia alimentare colpisca circa il 2% della popolazione generale adulta.
Il problema della errata autopercezione di avere una allergia alimentare porta, invece, il 20 % della popolazione a credere di avere un’allergia alimentare.
Su questa errata autopercezione prolifera un “mercato” di test diagnostici poco affidabili e di approcci dietetici immotivati.
Allora, quando sospettare una allergia alimentare? Si può sospettare quando i sintomi insorgono a breve distanza da un pasto e sono caratterizzati da manifestazioni buccali, intestinali, cutanee o respiratorie, spesso associate.
La sensazione di gonfiore addominale isolata che compare a metà mattina o metà pomeriggio difficilmente potrà essere inquadrata in una allergia alimentare. Il prurito diffuso, il gonfiore del labbro magari accompagnati da sensazione di difficoltà respiratoria o da disturbi intestinali 15 minuti dopo l’ingestione, per esempio, di frutti di mare, è indubbiamente una manifestazione di allergia alimentare.
Per una corretta diagnosi, oltre alla storia clinica, che deve essere condotta con molta cura, si ricorrerà ai test cutanei quando possibile, al dosaggio delle IgE specifiche (test di laboratorio) o al test di provocazione con alimenti.
Solo con questi test si potrò fare una diagnosi veritiera, si potrà definire chi è il paziente a rischio e impostare un approccio dietetico e farmacologico ben individualizzato.
In certi casi il test di provocazione è indispensabile per esempio quando un allergene per la sua natura idrofobica non è presente negli estratti per i test cutanei o nel dosaggio delle IgE specifiche come nel caso delle oleosine.
Nel 2024 ho avuto il caso di un paziente che aveva subito ben cinque episodi di anafilassi (manifestazioni cutanee, difficoltà respiratorie, necessità di mettersi steso) pochi minuti dopo il pasto. Tutte le ricerche allergologiche condotte altrove e da me erano risultate negative. Dalla storia che raccoglievo in due casi c’era stata sicuramente l’assunzione del sesamo. Il sesamo è uno di quegli alimenti che contiene tra i suoi allergeni anche delle oleosine inoltre, e’ un alimento che può essere presente su cibi i anche in modo non così evidente.
Ho deciso così di far mangiare (con tutte le dovute precauzioni del caso) il sesamo al paziente. Questi era fortemente motivato alla ricerca di una possibile causa perché viveva i pasti con molta ansia ed aveva eliminato di sua iniziativa molti alimenti seguendo una dieta molto limitata e limitativa a livello sociale. Dopo pochi minuti dall’ingestione dell’allergene sospetto il paziente ha nuovamente manifestato i sintomi, in questo caso anche con calo pressorio, sintomi che si sono prontamente risolti con l’intervento farmacologico messo in atto.
Questo ha permesso di eseguire una diagnosi certa e di migliorare nettamente la qualità di vita del paziente che finalmente sa qual è il suo “nemico”.